Riferimenti culturali, pedagogici e normativi

"Ci troviamo in un momento critico della storia della Terra, un periodo in cui l’umanità deve scegliere il suo futuro". 

La Carta della Terra, Preambolo

 

La nostra scuola intende pensare e progettare l’offerta formativa promuovendo e sostenendo dinamiche di accoglienza, partecipazione e condivisione nel contesto interattivo della comunità educante, in collaborazione con le famiglie e con le diverse realtà del territorio, verso la costruzione di un’alleanza tra le diverse istituzioni per la formazione integrale della persona.

Crediamo fortemente nell’opportunità di riconoscerci, come rete di soggetti corresponsabili di educazione, in un comune orientamento pedagogico per contrastare l’attuale frammentazione e dispersione dei punti di riferimento valoriali ovvero dei principi che danno senso e significato a qualsivoglia intrapresa umana.

Nel corso degli ultimi anni l’Istituto ha messo a punto una seria ed articolata riflessione sulle emergenze educative del nostro tempo, riconoscendo nei valori della salute e della sostenibilità i principi guida, i riferimenti pertinenti e strategici per orientare la progettazione formativa verso traguardi di crescita personale e collettiva lungo tutto l’arco della vita:

 

La scelta è nostra: dar vita ad una collaborazione globale per prendersi cura della Terra e gli uni degli altri, oppure rischiare la distruzione di noi stessi e della diversità della vita. Occorrono modifiche radicali ai nostri valori, alle istituzioni e ai modi di vivere. Dobbiamo renderci conto che, una volta soddisfatti i bisogni primari, lo sviluppo umano riguarda soprattutto l’essere di più e non l’avere di più.

Possediamo le conoscenze e le tecnologie per provvedere a tutti gli abitanti della Terra e per ridurre il nostro impatto sull’ambiente. L’emergere di una società civile globale sta creando nuove opportunità per costruire un mondo più umano e democratico. Le nostre sfide ambientali, economiche, politiche, sociali e spirituali sono interconnesse e insieme possiamo costruire soluzioni inclusive.

La Carta della Terra, Preambolo. Le sfide che ci attendono.

 

- Le ragioni culturali di una progettazione formativa sostenibile

 

Nel nostro tempo, il tempo della complessità, caratterizzato da dinamiche non facilmente governabili di esplosione quantitativa di problemi, stimoli e messaggi, occorre trovare uno spazio e un tempo di impegno qualitativo, nel cui ambito sostare criticamente, interrogarsi, riflettere, nella ricerca comune - fra scuola, famiglia e territorio - di strategie d’azione.

Lo studioso E. Morin, tra le più prestigiose figure della cultura contemporanea, identifica tre fondamentali sfide formative:

  1. ritrovare la complementarità di cultura umanistica e cultura scientifica; a livello educativo e didattico, tale problema si traduce nella necessità, per scuola, famiglia e territorio, di collaborare per formare giovani capaci non solo di spiegare i fenomeni, secondo le esigenze proprie delle scienze esplicative, ma anche di comprenderli, come insegnano le discipline letterarie e artistiche.
  2. contrastare la gigantesca proliferazione delle conoscenze, la loro frammentazione e dispersione, e la conseguente difficoltà a focalizzare l’essenziale, “ciò che non può mancare”; a livello educativo e didattico tale problema si traduce nella necessità, per scuola, famiglia e territorio, di collaborare per formare giovani capaci di connettere e di organizzare le informazioni in conoscenze, di utilizzare il proprio sapere in modo pertinente  e creativo rispetto alle esigenze poste dal contesto, di elaborarne il valore in rapporto alla vita;
  3. promuovere la condivisione del sapere, la consapevolezza che “discutendo s’impara” e che ogni apprendimento è “situato” (profondamente connesso all’ambiente che ne ospita/accoglie il processo) e “distribuito” (disseminato sulle persone, sulle cose, su spazi e tempi che in modo non sempre chiaro partecipano alla sua elaborazione); a livello educativo e didattico tale problema si traduce nella necessità, per scuola, famiglia e territorio, di collaborare per formare giovani disponibili a “mettere in comune” i propri talenti nella ricerca di soluzioni migliorative con e per l’altro da sé.

 

La complessità, intesa come intreccio indissolubile delle diverse componenti di un problema, per essere affrontata con successo sollecita e richiede la capacità di contestualizzare, di connettere, di collaborare; richiede teste “ben fatte” piuttosto che “ben piene”, orientate all’essere, non all’avere di più. In tal senso risulta fondamentale per la scuola, in collaborazione con la famiglia ed il territorio, promuovere lo sviluppo di competenze di cittadinanza per la formazione di soggetti capaci di abitare la Terra con responsabilità e saggezza.

In questo quadro, la prospettiva dell’educazione sostenibile intesa come intervento trasversale, volto alla promozione di un nuovo umanesimo (fondato sul rispetto e sulla cura della comunità della vita; sulla gestione responsabile di risorse e beni ambientali; sulla testimonianza diretta dei valori della democrazia, della pace, della giustizia), si delinea come possibile sfondo interistituzionale della progettazione educativa territoriale, policentrica e integrata.

 

- Le ragioni pedagogiche e didattiche di una progettazione formativa sostenibile

 

Il concetto di educazione sostenibile comporta profonde conseguenze sull’impianto educativo e didattico tradizionalmente utilizzato nella scuola: si tratta di convertire, di imprimere una nuova rotta al nostro modo di vedere e intendere l’insegnamento e l’apprendimento, gli stili e le pratiche di mediazione dei saperi, il ruolo del soggetto in apprendimento, i curricoli e le modalità di verifica e di valutazione.

La prospettiva della sostenibilità richiede, in ambito educativo, un cambio di paradigma: da un’impostazione di tipo meccanicistico (sequenziale-lineare, tendenzialmente direttiva/trasmissiva, legata a procedure precostituite) occorre passare ad un approccio ecologico e critico, dove ciò che conta è la relazione tra gli elementi, non la loro giustapposizione; è il processo, non il prodotto; è la connessione, non la compartimentazione dei saperi; è la strategia, non il programma, con cui affrontare una situazione incerta:

 

Abbiamo bisogno di difendere con forza un’educazione più impegnata, olistica e rilevante, appropriata alla complessità e alla natura precaria del mondo nel quale oggi viviamo.

S. Sterling, Sustainable Education

 

- Le ragioni normative di una progettazione formativa sostenibile

 

L’adozione da parte del nostro Istituto del duplice riferimento ai valori della salute e della sostenibilità quali idee guida della progettazione formativa non solo scolastica ma territoriale risulta profondamente coerente con le indicazioni di importanti organismi e documenti internazionali.

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile in un programma d’azione di dimensione planetaria [1]. L’obiettivo che più direttamente coinvolge la scuola è il n. 4: fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti, per il quale si richiede un impegno particolare alla luce delle nuove emergenze. L’educazione e l’istruzione, tuttavia, possono fare molto per tutti gli obiettivi enunciati nell’Agenda, fornendo competenze culturali, metodologiche, sociali per la costruzione di una consapevole cittadinanza globale e per dotare i giovani cittadini di strumenti per agire nella società del futuro in modo da migliorarne gli assetti.

A livello nazionale, la scelta di pensare il Piano dell’Offerta Formativa alla luce dei principi salute e sostenibilità è supportata dai documenti ministeriali [2] e, soprattutto, dalle concrete possibilità aperte dall’autonomia didattica, da interpretare come condizione nell’ambito della quale ciascun Istituto può pensare e progettare la qualità della propria offerta.

Le sollecitazioni presenti nei documenti dell’Unione Europea, del Consiglio d’Europa, dell’ONU e nelle Indicazioni 2012 richiamano le comunità professionali delle scuole a organizzare il curricolo e le proposte didattiche in modo da inquadrarle nella cornice di senso e significato della cittadinanza. I docenti sono chiamati non a insegnare cose diverse e straordinarie, ma a selezionare le informazioni essenziali che devono divenire conoscenze durevoli, a predisporre percorsi e ambienti di apprendimento affinché le conoscenze alimentino abilità e competenze culturali, metacognitive, metodologiche e sociali per nutrire la cittadinanza attiva [3].

La preoccupazione crescente delle principali organizzazioni internazionali in tema di salvaguardia delle risorse del Pianeta ci conferma nel proposito di orientare la proposta complessiva dell’Istituto verso obiettivi trasversali

  • di promozione del benessere personale e collettivo;
  • di educazione al rispetto per la comunità terrestre.

Anche il testo delle Indicazioni per il curricolo evidenzia la necessità di “una nuova alleanza fra scienza, storia, discipline umanistiche, arti e tecnologia, in grado di delineare la prospettiva di un nuovo umanesimo”, nel cui ambito si generi l’idea di un essere umano integrale, capace di gestire con responsabilità le relazioni fra il microcosmo personale e il macrocosmo dell’umanità e del pianeta.

Nella rete di tali riferimenti, il nostro Istituto ha ritenuto particolarmente significativo il contributo che la Carta della Terra, approvata dalle Nazioni Unite nel 2000, ha portato alla riflessione planetaria sul tema dell’educazione alla sostenibilità quale sfida ineludibile del nostro tempo e, contestualmente, come avventura entusiasmante cui legare il destino comune:

 

Adottare e promuovere i valori e gli obiettivi della Carta […] richiede un cambio interiore, un cambio del cuore e della mente. Richiede un rinnovato senso dell’interdipendenza globale e della responsabilità universale.

Dobbiamo sviluppare in modo immaginativo ed applicare la visione di un modo di vivere sostenibile a livello locale, regionale, nazionale e globale. La nostra diversità culturale è un’eredità preziosa e le diverse culture troveranno i propri percorsi specifici per realizzare questa visione. Abbiamo molto da imparare dalla collaborazione nella ricerca della verità e della saggezza.

Dobbiamo trovare il modo di armonizzare la diversità con l’unità, l’esercizio della libertà con il bene comune, gli obiettivi a breve termine con quelli a lungo termine. Ogni individuo, famiglia, organizzazione e comunità ha un ruolo vitale da svolgere. Le arti, le scienze, le religioni, le istituzioni scolastiche, i media, le imprese, le organizzazioni non governative e i governi sono chiamati ad offrire una leadership creativa.

La Carta della Terra, Un nuovo inizio

[1] Cfr. Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite (UNRIC), https://www.unric.org/it/agenda-2030. L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030. Gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile rappresentano obiettivi comuni su un insieme di questioni importanti per lo sviluppo: la lotta alla povertà, l’eliminazione della fame e il contrasto al cambiamento climatico, per citarne solo alcuni. “Obiettivi comuni” significa che essi riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui: nessuno deve sentirsi escluso o dispensato, né deve essere lasciato indietro lungo il cammino necessario per portare il mondo sulla strada della sostenibilità.

[2] Cfr, oltre al già citato documento “Indicazioni nazionali e nuovi scenari”, anche il Piano per l'Educazione alla Sostenibilità, elaborato dal Gruppo di lavoro “Scuola, Università e Ricerca per l’Agenda 2030” e presentato al MIUR il 28 luglio 2017.

[3] Cfr. “Indicazioni nazionali e nuovi scenari”, a cura del Comitato Scientifico Nazionale per le Indicazioni Nazionali, presentato al MIUR il 22 febbraio 2018.